mercoledì 18 dicembre 2013

IL PANETTONE DI KAT


Il panettone è un dolce milanese tradizionale, oggi tipico del Natale, periodo in cui è presente su tutte le tavole d’Italia. Alto nella versione lombarda, basso e largo in quello piemontese, la sua origine è circondata da diverse leggende che ne fanno risalire l’origine al ‘400. Una di queste narra del falconiere Ugo degli Atellani, che, innamorato della figlia del fornaio Toni, si fa assumere in bottega e ne arricchisce il pane con prelibati ingredienti, suscitando l’entusiasmo dei clienti e risollevando, così, le sorti della bottega. Un’altra racconta di un’origine “fortuita”: durante un banchetto natalizio di Ludovico il Moro, il cuoco carbonizzò il dolce e lo sguattero Toni per aiutarlo a rimediare al disastro mise a disposizione un pezzo di impasto avanzato che aveva conservato, arricchito con alcuni ingredienti trovati in dispensa, e cotto per il proprio pasto. La tavolata si esaltò assaggiando quel “pasticcio rimediato” e poiché tutti volevano sapere come si chiamasse, il cuoco disse che era “'l pan del Toni”.
Al di là di queste storie nate probabilmente da fantasie popolari, il panettone era originariamente un grosso pane su cui veniva incisa una croce prima della cottura, che, in occasione del Natale, e con evidente valore simbolico, veniva diviso dal padrone di casa fra tutta la famiglia e consumato intorno al focolare in cui bruciava un ceppo di quercia (cerimonia del ciocco). Un pezzo di questo pane andava conservato e consumato il Natale seguente, come simbolo di buona fortuna.
Il pane del Natale venne man mano ad arricchirsi di ingredienti quali burro, uova, uvetta e canditi, fino a giungere alla ricetta che conosciamo e durante l'occupazione austriaca, il panettone fu il consueto dono natalizio del governatore di Milano al principe Metternich che ne diventò appassionato consumatore.
Dal 2005 il Panettone è tutelato da un disciplinare di produzione, che determina tutte le caratteristiche necessarie per poterlo definire tale; inoltre il Panettone Tipico della Tradizione Artigiana Milanese deve essere prodotto con lievito naturale, due impasti, tre lievitazioni di cui una in stampo di cottura.

Di seguito, per dare la giusta importanza a questo grande dolce spesso sminuito dal delirio consumistico dei nostri giorni, che ricerca il prezzo più basso piuttosto che l’alta qualità, non vi proporremo una versione casalinga, ma una tradizionale, con lievito madre e tutte le lievitazioni del caso. Ricetta impegnativa, ma di grande soddisfazione, ispirata da quelle dei Maestri  Pasticceri Lorenzin e Massari e da noi rielaborate, spero, non troppo indegnamente.

Per 2 Panettoni da 1 Kg (stampo carta da 18 cm. diametro e altezza cm12):

INGREDIENTI TOTALI:
180gr Lievito madre rinnovato 3 volte
260gr zucchero
400gr Manitoba
200gr farina 0
110gr Latte
60gr Acqua circa
16 Tuorli medi (268gr)
350gr burro morbido + circa 40 gr per la lavorazione
6gr lecitina di soia
1/2 stecca vaniglia
10gr sale fino
30gr miele
2gr lievito birra
300gr uva sultanina
150gr arancia candita
100gr cedro candito
1 tazzina cognac per bagnare uva sultanina.

PRIMO IMPASTO (giorno 1):
180gr lievito madre
160gr zucchero
110gr latte
60gr acqua
350gr Manitoba
100gr farina 0
10 tuorli
200gr burro morbido
1/2 bacca di vaniglia
6gr lecitina di soia
2gr. Lievito di birra

Mattino: Fare l’ultimo rinfresco del lievito con 100gr lievito madre, 100gr manitoba, 50gr acqua.











Ore 17.00 circa: 1° impasto.
Fare una fontana con la farina in una ciotola capiente.
Sciogliere lo zucchero nel latte e acqua, farlo freddare e frullare il tutto con 5 tuorli, i semi della bacca di vaniglia, il lievito di birra e la lecitina.  Versare 2/3 del composto all’interno della farina. Cominciare ad impastare e quando l’impasto comincia ad essere liscio, aggiungere il restante 1/3.  Impastare ancora per renderlo omogeneo .
Unire il lievito madre e altri 5 tuorli tre per  volta. Impastare ancora fino a far ben “incordare”.
Ora aggiungere il burro in tre volte, quindi lavorare per almeno 30 minuti, o fino ad avere un impasto liscio ed elastico.
N.B. Durante la lavorazione, per evitare che l’impasto si appiccichi troppo, non aggiungere farina, ma ungere le mani ed il piano con il burro.
Far lievitare ben coperto da pellicola tutta la notte o fino a far raddoppiare o triplicare. La mattina, se necessario, aiutare il processo inserendo nel forno un pentolino di acqua bollente e portando la temperatura interna a 28°.














SECONDO IMPASTO – secondo giorno:
100gr zucchero
100gr farina 0
50gr Manitoba
50gr circa acqua (se necessaria- io non l’ho usata)
6 tuorli
150gr burro morbido
30gr miele
10gr sale fino

Ore 14 circa:
In una grande ciotola mettiamo il primo impasto con la restante farina ed impastare bene.











Aggiungere poco alla volta i tuorli, la vaniglia e il miele, facendo incordare.
Poi lo zucchero ed il sale.
A questo punto inserire il burro in tre o quattro volte.
Far riposare 30 minuti, quindi  aggiungere i canditi e l’uvetta  precedentemente ammollata in acqua calda prima e poi nel cognac e ben strizzata.









Far riposare al caldo 1 ora circa.
Ungiamo le mani ed il piano con burro, dividiamo l’impasto in 4 (per il panettone di 1 kg di impasto, ci vuole circa 1,200kg di impasto), e diamo una forma arrotondata a ciascun pezzo (pirlatura) e mettiamoli negli stampi di cartone, che devono risultare riempiti per 1/3. Si consiglia di poggiare gli stampi su una teglia, in quanto  altrimenti sono difficili da spostare senza deformarli.










Mettere nel forno spento e far lievitare tutta la notte, o finchè l’impasto non abbia raggiunto 1 cm dal bordo.
Il giorno dopo, completata la lievitazione, tirarli fuori e scaldare il forno  a 180°.


Nel  frattempo,  praticare un taglio a croce sulla superficie delicatamente con una lametta e mettere al centro una noce di burro.

 


Abbassare la temperatura a 170° ed infornare. Dopo 10 minuti abbassare ulteriormente a 160°.
La cottura dovrà durare circa 1 ora, 1 ora e 20 (può variare a seconda del forno) o, se si possiede un termometro da cucina, fino a quando la temperatura interna ha raggiunto i 93°.


Appena cotti, infilare degli spiedi a un paio di cm dal fondo e appenderli capovolti e far freddare 12 ore, dopodichè chiuderli in sacchetti di plastica per alimenti.
 

Si conservano tranquillamente per 15-20 giorni in ambiente non troppo riscaldato.




domenica 15 dicembre 2013

UN NATALE AL BACIO... DI DAMA

Baci di dama
Un nome che evoca tenerezze: un bacio tra due friabili biscotti uniti da “scioglievole” cioccolato, come le bocche di due amanti.
Originari della città piemontese di Tortona, una leggenda narra che siano nati da un desiderio di Vittorio Emanuele II, il quale chiese al suo cuoco di creare un nuovo dolce. Storia, probabilmente, nata giacché erano sempre presenti sulle tavole reali d’Italia e d’Europa.
La mia ricetta è a base di mandorle (che adoro), ma è possibile anche farli con le nocciole, come si usava lo scorso secolo in Piemonte. Come variante si può aggiungere del cacao all’impasto (Baci Dorati), ma gli originali sono senza…
Ingredienti per 80 baci di dama
280 gr Farina
20 gr Amido di frumento
300 gr Mandorle pelate
5 Mandorle amare oppure essenza di mandorla
220 gr Zucchero
300 gr Burro
200 gr cioccolato
Un pizzico di sale

Preparazione
Asciugare le mandorle in forno senza farle dorare. Metterle nel vaso del mixer e frullarle insieme allo zucchero, che servirà ad assorbire l'olio che sprigioneranno.
In una ciotola porre il burro morbido (ma non sciolto) tagliato a pezzi, la farina, l’amido di frumento (Frumina) e le mandorle tritate e amalgamare con le mani .
Aggiungere il pizzico di sale e impastare il tutto fino ad ottenere un panetto compatto, avvolgerlo nella pellicola trasparente e lasciarlo riposare in frigorifero per una o due ore. 
Una volta rassodato, suddividerlo in tanti bastoncini, tagliarli in pezzetti di circa 6-8 gr (come gli gnocchi) e fare delle palline. Disporre le palline d’impasto su una teglia foderata di carta forno. Mettere la teglia in frigorifero per almeno altri 30 minuti. Dopodiché cuocere in forno statico a 150°-160° per circa 20 minuti; la superficie dei biscotti dovrà rimanere chiara. Far freddare senza toccarli (caldi sono morbidissimi e si rompono).
Sciogliere il cioccolato a bagnomaria, oppure nel forno a microonde.  Farlo freddare mescolandolo per qualche minuto fino a renderlo più denso. Con un cucchiaino o con una sacca da pasticceria disporlo sulla parte piatta del biscotto e ricoprirlo con un altro biscotto, in modo da creare una specie di panino. 

Lasciare che il cioccolato indurisca, e poi… UNO TIRA L’ALTRO!!!

mercoledì 27 novembre 2013

SPAGHETTI DI GRAGNANO ALLE VONGOLE VERACI

Di Antonella Donna di vino

LA TRADIZIONE CHIAMA 
 
Credo che la ricetta degli Spaghetti alle vongole ha origine nella notte dei tempi . 
Esiste da sempre , nei vecchi testi di cucina napoletana e' difficile non trovare menzionata la pasta nel formato spaghetti o  vermicelli ( pasta molto più sottile)  o linguine alle vongole . L' ingrediente base e' la vongola verace ( ruditapes decussatus) e di ricette ne esistono diverse versioni : rossa o bianca, con peperoncino o senza .

Io ho scelto quella che si fa a casa mia , aggiungerei oltre l'ingrediente base la vongola , anche un pizzico d'amore .
Buon appetito 

 Ingredienti per 4 persone:
400g di spaghetti di Gragnano,
1,000 kg di vongole veraci,
5 cucchiai d’olio extravergine d’oliva;
2 spicchi d’aglio;
prezzemolo tritato;
peperoncino q.b.( a piacere) ;
qualche ( 3) pomodorino del piennolo .
Sciacquate più volte le vongole e tenetele a bagno per qualche ora in abbondante acqua . Scaldate l’olio in un tegame largo e fatevi soffriggere dolcemente gli spicchi d’aglio spellati e schiacciati insieme al prezzemolo . Quando l’aglio ha preso colore, versate nel tegame le vongole sgocciolate, rialzate la fiamma, coprite e lasciatele sul fuoco per qualche minuto, fino a quando saranno tutte aperte. Tiratele su con la schiumarola e sgusciatele lasciandone una dozzina con il guscio che serviranno alla fine come decorazione. Filtrate il sugo di cottura , in una padella far soffriggere in un cucchiaio di olio i pomodorini , unitevi le vongole sgusciate e cuocere per pochi minuti .Cuocete gli spaghetti , scolateli molto al dente, versateli nella padella e continuare la cottura tenendo la fiamma al minimo, per un paio di minuti in modo che assorbano il condimento . Serviteli caldissimi, spolverati con abbondante prezzemolo tritato e cosparsi di vongole con guscio .

Il liquido emesso dalle vongole è molto salato quindi non salate la salsa e salate molto poco l’acqua di cottura della pasta.
Servire sorseggiando un bicchiere di Asprinio d'Aversa .
Alberata Aversana
Antonella Amodio

mercoledì 13 novembre 2013

TANTE RICETTE PER UNA LOMBARDIA


E’ difficile trovare un codice di ricette che possa accomunare le varie realtà provinciali della Lombardia.

Terra di frontiera, ha conosciuto nei secoli l’avvicendarsi di popoli e signori, che hanno portato prodotti e usanze proprie. Tendenza accentuata dal fatto che, sia per ragioni logistiche sia per ragioni storiche, ogni provincia ha assorbito tradizioni delle zone limitrofe. Sono, per esempio, evidenti influenze della cucina veneta nella zona di Bergamo e Brescia; la ricca presenza di quella emiliana nei piatti cremonesi e mantovani. Inoltre, l’importante industrializzazione del secolo scorso con i conseguenti grandi flussi migratori dalle altre regioni, e in questi anni da tutto il mondo, ha fatto in modo che la tipicità della gastronomia lombarda, pur esprimendosi tradizionalmente con una varietà di pietanze più articolata che in molte altre zone dello stivale, rischiasse di diventare sempre più rarefatta.
 
Una comunanza si può, comunque, trovare nel fatto che anche in questa regione, pur nelle varie sfaccettature territoriali, si fa uso dei prodotti provenienti dalle proprie risorse naturali, spesso utilizzando ed esaltando con maestria e fantasia, anche quelli più umili: risorse quali agricoltura (cereali, verdure e animali da cortile), acque (pesci d’acqua dolce), allevamenti e pascoli (carni e salumi, latte e derivati).

Le cotture lunghe sono molto usate: stufati e bolliti permettono di creare deliziose pietanze da tagli di carne non sempre pregiati, come stinchi, spalle cartilagini, teste e cotenne, etc. (la cassoeula); il tutto esaltato da salse e intingoli e accompagnato da polenta e di riso, piuttosto che da pane e da pasta; altra caratteristica comune e il diffuso utilizzo di burro e lardo più che di olio.  

Tutto questo si può ritrovare nelle specialità più tipiche: i Mondeghili, la busèca, la polenta uncia, il tocch, i bruscitt (briciole), i pesciolini di lago in carpione, l’Urgiada (minestra d’orzo), il riso in cagnone, i Casonsei, i Marubini, i Nervit; Pizzoccheri, Polenta Taragna,  Sciatt  dal grano saraceno della Valtellina. Non dimenticando i piatti per cui questa regione è conosciuta anche a livello internazionale, quali il Risotto alla Milanese, l’ossobuco con la gremolada, La Cotoletta o Costoletta alla milanese, La Zuppa Pavese, I Tortelli di Zucca e la mostarda senapata.  Ed ancora Misultin (pesci di lago essiccati), Luganega e tutti i salumi e i formaggi tipici di cui questa terra è ricca, amari ed liquori a base di piante ed erbe selvatiche.

 






Per ultimi, ma non meno  importanti, i dolci: la torta paesana di Brianza, i più noti Amaretti di Saronno e di Gallarate, i Brutti e Buoni di Gavirate e la grande tradizione biscottiera di Busto Arsizio, la Sbrisolona, il torrone ed l'arcinoto Panettone. 

L’elenco potrebbe essere ancora molto lungo, ma esamineremo e approfondiremo le ricette che presenteremo in seguito.

martedì 29 ottobre 2013

MARMELLATA DI MELANNURCA

 
Mi ritorna in mente
 


La mela e' il frutto più narrato e rappresentato , evoca il dualismo del bene e del male con la raffigurazione di Adamo ed Eva, rappresenta il pianeta Venere , e' associata al sole , all'amore e al desiderio .
Ed ecco che in tempo di mele voglio ricordare e parlare di una varietà di mela a me tanto cara , la mela Annurca dalla caratteristica polpa croccante, acida e profumata .
Questa varietà tipica della Campania risulta essere coltivata da circa duemila anni , infatti Plinio il Vecchio nell'opera Naturalis Historia la cita con il nome di mala orcula, ed è anche presente in alcuni dipinti rinvenuti negli scavi di Ercolano , a dimostrazione delle grandi virtù attribuitegli.

Ricordo mia nonna sovente preparare le mele cotte in forno con lo zucchero semolato e si raccomandava che fossero della varietà Annurca per le spiccate proprietà depurante, disintossicante, dissetanti e ricche di vitamine . Gli aspetti che connotano fortemente la tipicità dell'annurca sono il tradizionale metodo di coltivazione e produzione e le sue caratteristiche . Si presenta con la buccia estremamente liscia e cerosa, ha un peduncolo debole e corto che, quando le mele sono mature, non riuscendo a sostenere il peso, si spezza, provocando la caduta del frutto per terra. Per evitare ammaccature o lesioni, i coltivatori preferiscono raccogliere i frutti non ancora del tutto maturi, nel mese di Settembre e proseguire la fase di arrossamento in appositi melai. Stese per terra,isolate con la paglia le Annurche vengono periodicamente rigirate a mano sino a quando, una volta pronte, avranno acquisito il loro colore rosso naturale e potranno quindi essere immesse sul mercato nel mese di Dicembre e potranno essere conservata sino all'estate dell'anno seguente.

Tante le preparazioni con la melannurca , dal liquore detto nurchetto all'aceto , dalla marmellata alle basi per cocktail , composte per torte e contorno per carni ec ... Si presta facilmente all'uso culinario, il suo sapore leggermente acidulo, aromatico e non prepotentemente zuccherina, le conferisce un valore aggiunto in cucina, utilizzabile sia nella preparazione di piatti salati, sia nei dolci.
Riporto la ricetta della marmellata da poter abbinare ai formaggi , farcire crostate o mangiare stesa sulle fette di pane .


Marmellata di Melannurca

1 Kg di melannurca
500 gr zucchero bianco semolato
100 gr zucchero di canna
1 limone
1 bacello di vaniglia


Sbucciare e tagliare a pezzi le mele , cospargere di zucchero ( bianco e canna) ,di succo di limone e mettere sul fuoco a fiamma viva portando ad ebollizione .
A questo punto abbassare la fiamma al minimo e proseguire la cottura per circa 30 minuti unendo il bacello di vaniglia .Trascorso il tempo fare la prova cucchiaio mettendo un pochino di confettura su un piattino, far raffreddare e provare a toccarla con un dito per verificarne la densità , la confettura è pronta quando vela il cucchiaio , altrimenti cuocere ancora qualche minuto. Trasferire la confettura nei vasetti, chiuderli bene e capovolgerli fino al raffreddamento .

Antonella Amodio

lunedì 30 settembre 2013

GRIGLIATE ESTIVE: CARNE O PESCE?

Anche quest'anno spensierate grigliate con gli amici o in famiglia hanno deliziato la nostra estate e in questi giorni piovosi preludio dell'autunno i ricordi si affacciano prepotenti.
Quale è stata quella che più ci ha deliziato? Di carne o di pesce o anche di verdure?


Tagliata di entrecôte di manzo su rucola e verdure grigliate
Grigliata di pesce e crostacei con peperoni
 
Qualunque sia la nostra preferenza, questo rito ancestrale di riunione intorno al fuoco ci porta lontano dallo stress e dal tran tran quotidiano e ci avvicina ai fondamenti della vita.
Ma non indugiamo ulteriormente, torniamo ai nostri ricordi estivi ed approfittiamo di ogni prossima bella giornata per un'altra spensierata abbuffata.

martedì 30 luglio 2013

UNA CENA TUTTA ESTIVA CON IL CUGINO JOHN

Non vedevamo il caro John da quindici anni ed in occasione del suo arrivo a Roma abbiamo pensato a questa cena in giardino, contrastando con ogni mezzo l'assalto delle zanzare.
L'orto straripante di meravigliosi fiori di zucchina, Matteo, da buon longobardo, in crisi di astinenza per il risotto... E risotto sia! Ma con un'estiva impronta floreale.
Unico diversivo un delizioso tortino di patate per antipasto, servito freddo, avvolto in una fetta di speck e servito su una crema di peperoni arrosto.

Tortino di patate vestito di Speck




Risotto crema di Zucchine e Fiori di Zucca


Terminiamo la cena con un assortimento di verdure grigliate...
 
Fantasia di Verdure Grigliate
 
E a tutto pasto la Lacrima di Morro D'Alba dell'azienda Velenosi, servita fresca.


Per portare  in tavola il profumo delle viole e delle fragole...
 
EVVIVA L'ESTATE!!!


giovedì 11 luglio 2013

... TUTTI I PIATTI DELLA CENA!

Ed ecco qua le foto della cena per i nostri amici di "Lucky Signs Tattoo".
Molti dei piatti sono stati, chiaramente, ispirati dalle ricette di Carlo Cracco:
 

Tuorlo d'Uovo marinato su essenza di parmigiano e cialda di pane "craccante"

 
Il tuorlo è stato marinato in una miscela di sale, zucchero e purea di fagioli per circa 6 ore.
Per l'essenza, il Parmigiano grattugiato è stato portato a bollore nel latte scremato (o nell'acqua), una volta filtrato, al liquido ottenuto si aggiunge dell'agar agar. Si fa riposare in frigo e si frulla. 
Si monta il piatto, ponendo sul fondo la crema di parmigiano, la cialda "Craccante" e per ultimo l'uovo.
 
 
Risotto allo Zafferano con Midollo alla Piastra
Risotto realizzato secondo la tradizionale ricetta milanese, con una variante: il midollo viene cotto alla piastra e appoggiato al centro, invece di aggiungerlo nella mantecatura.
 


Tonno "Tonnato"


Un cubo di tonno Alalunga passato nel sesamo e piastrato, avendo l'accortezza di lasciarlo rosato all'interno. E' stato servito con salsa tonnata preparata con la ricetta classica (senza maionese) e carote e zucchine a julienne saltate in padella. Tutto accompagnato da un cucchiaino di confettura di cipolle di Tropea.



Tarte aux Cerises
Un tocco di semplicità e freschezza con questa torta realizzata con pasta frolla alla farina di mandorle cotta in bianco e riempita di crema pasticcera e ciliegie denocciolate. Infine una grattugiata di cioccolato bianco.


Dessert Time con Tinhof
E festeggiamo insieme con questo nettare degli dei, inebriante nel profumo, dolce ma non stucchevole, al contempo supportato da grande freschezza: un bicchiere non è mai sufficiente.
 PS: Purtroppo abbiamo scoperto che è praticamente introvabile in Italia.
 
AIUTATECI A RITROVARLO!!!

domenica 30 giugno 2013

UN MENU' SPECIALE per UNA CENA SPECIALE

 
Anticipazione della cena di questa sera.
 
   Per le foto ...
 
...RIMANI CON NOI!

martedì 25 giugno 2013

VOGLIA DI QUICHES

Estate, voglia di pranzi in giardino, di piatti facili e freschi, magari sotto la placida ombra di un bell'albero...
Quale momento migliore per rispolverare un po' di ricette a noi tanto care come le nostre quiches?

Non ci soffermeremo oggi sulle ricette delle basi più idonee (che sarà nostra cura elencare in una giornata di minore pigrizia) ma faremo semplicemente una carrellata per poter dare qualche idea a chi ci segue, approfittando del fatto che la pasta brisée è ormai reperibile in ogni supermercato.

Facciamo solo una divisione stagionale:
ESTATE
Quiche Zucchine, Fiori di zucca e Provola Affumicata

Quiche Peperoni Zucchina
 
 INVERNO
Quiche Broccoli Siciliani e Acciughe Salate

Quiche "tiella": con Scarola, Olive di Gaeta e Fiordilatte


Quiche "cassoeula": verza, gambuccio di maiale e salsicce

In queste quiches abbiamo utilizzato solamente pasta brisée, in quanto riteniamo che abbia una resa migliore con i ripieni umidi, che rischiano, invece, di ammollare la pasta sfoglia.

Noi le abbiamo apprezzate con un buon Lambrusco Mantovano...
...e voi?

domenica 23 giugno 2013

'NA BELLA CUCCHIARATA DE FAGIOLI


Esilarante episodio del film "Dove vai in vacanza" del 1978 diretto ed interpretato da Alberto Sordi con l'inseparabile Anna Longhi:
Una pungente satira sulle manie intellettualiste di quegli anni, perfettamente sovrapponibili a quelle dei nostri giorni
 
Una vacanza organizzata in toto dagli eruditi figli, ma totalmente lontana dallo stile di vita dei due coniugi. Proprio da questo nasce l'umorismo: dalle espressioni dei due coniugi che non riescono - e non solo loro poverini - a capire "il senso profondo" di quell'arte, convinti che ciò dipenda unicamente dalla loro ignoranza.
Esasperati anche dalle privazioni alimentari, la vacanza si conclude in una spettacolare abbuffata al ristorante, che contagia tutti i nobili clienti del locale, abituati a saziarsi con poco ("tanto quelli non magnano")....
 
E poiché "a noi ce piace magna'", saziamoci anche di risate!!!

mercoledì 5 giugno 2013

PANE DI GRANO DURO DI CASA NOSTRA

 
Tempo di rispolverare le vecchie tradizioni.
 
E' la prima volta che ne parlo, ma sono legata alle piccole routine, quelle trasmesse da nonna quando era ancora con me. Forte contadina ciociara, ripeteva i suoi piatti ogni settimana.
Il giovedì gli gnocchi, ma solo quando le patate erano così farinose da non richiedere neanche un uovo, "soltanto la farina che vogliono" ( così mi diceva).
La domenica il profumo del brodo di gallina, cresciuta ed invecchiata in giardino, inebriava ogni stanza. In alternativa le fettuccine, impastate a mano, stese col mattarello sull'asse di legno e tagliate col suo intoccabile coltello dal manico bianco.
 
Poi c'era il pane che faceva ogni 15 giorni col lievito naturale, fragrante e assolutamente mai toccato dalla muffa (anche se lei si lamentava di non avere qui a Roma il prezioso forno a legna).
 
Beh, il pane soprattutto è rimasto nei miei gesti.
Confesso di curare il mio lievito madre con la dedizione per un figlio... il lievito di birra per me è diventato praticamente un ingrediente di emergenza...
 
Quindi oggi pane (questa volta di grano duro)!
Impastato ieri ha lievitato parte del giorno e tutta la notte in una stanza fresca.
Una volta diviso l'impasto nelle mie solite tre pagnotte da circa un chilo, l'ho fatto lievitare ancora per un paio d'ore e l'ho cotto a 170°, in un forno reso umido da una pentola d'acqua bollente, per un'ora e mezza .
Ed eccolo qua!!!

 
Devo confessare che questo tagliato l'ho piacevolmente mangiato ancora caldo... pezzo a pezzo...
... ALLA FACCIA DELLE DIETE IPERPROTEICHE!!! ^_^

martedì 28 maggio 2013

CHITARRA CON FIORI di ZUCCA e VONGOLE VERACI


Le primizie delL' orto sono la nostra passione: fiori di zucca aperti con le prime luci dell'alba.
E che c'è di meglio di unire nello stesso piatto tutte le cose che ci fanno impazzire?

allora, in preda ad una sana bramosia, ci siamo fatti tentare da questa leccornia (la rima è venuta da sé):

Spaghetti alla chitarra con fiori di zucca e vongole veraci


Ricetta molto semplice che richiede solo un po' di pazienza per spurgare perfettamente le vongole e pulire i fiori che, presi dalla pianta, ospitano spesso formiche (buongustaie!).

Apriamo i frutti di mare a fuoco vivo e filtriamone l'acqua. Tritiamo i fiori privati dei pistilli.
Poi si procede soffriggendo uno spicchio d'aglio (meglio se novello) e gambi di prezzemolo. Aggiungiamo le vongole, sfumiamo con la loro acqua, quindi la pasta cotta al dente,  mantecandola con un po' di acqua di cottura.

Che ne dite di un verdicchio? E che verdicchio!!!


... e PANCIA MIA FATTI CAPANNA!!!

domenica 19 maggio 2013

TORTA PANNA E FRAGOLE: Sogno di Primavera


 
La primavera fa capolino tra una nube e l'altra, e, da divoratrice insaziabile di fragole, frutti che per primi annunciano il suo arrivo sulle nostre tavole, ho deciso di concedermele oggi in una versione più ricca.
 
Ho condito le fragole a pezzetti con succo di limone e zucchero e le ho lasciate riposare in frigo.
Quindi ho preparato un morbido pan di spagna, poi la crema pasticcera con qualche buccia di limone.
Ho diviso la torta in tre,  ho bagnato il primo strato con il succo delle fragole marinate e poco rum, farcito con la crema e le fragole. Quindi ho adagiato un'altra fetta e ho replicato l'operazione. L'ultima fetta, ancora la bagna e vai con la copertura di panna montata.
 
Per la decorazione potete sbizzarrirvi, o se preferite potete prendere spunto dalla mia: ciuffetti di panna, fragole e foglie di menta.
 
E voilà...la Primavera è servita!!!

domenica 12 maggio 2013

ARRES UN CANE DOLCISSIMO

Valentina voleva regalare una torta indicabile al suo grande amore per il compleanno.
Mi ha chiesto se potevo realizzarla con un soggetto speciale: Arres, il piegosissimo e simpatico bulldog del suo fidanzato.

Fornita di una serie di fotografie ho pensato che fosse un'impresa impossibile, ma, come si dice, chi non risica non rosica... e a me piace il pericolo...

E dopo una settimana di lavoro instancabile, pianificando il passaggio successivo di volta in volta in volta il passaggio successivo e sostenuta solo dalla scommessa fatta con me stessa, ecco l'agognato cagnone... Non ci credevo neanche io!

 
Ora capite il motivo per cui vi abbiamo un po' trascurato?
Un bulldog di quasi 30 cm scolpito in una Madeira Cake di 21 uova inumidita con una bagna al rum e farcita con crema gianduia e mascarpone. La copertura è tutta in pasta di zucchero e le unghie sono pinoli tostati... Tutta da mangiare!
 
 
RIUSCIRESTE A TAGLIARNE UNA FETTA?
 


giovedì 11 aprile 2013

INSALATA DI ORZO AL PESTO DI BASILICO

Con l'arrivo della primavera, ricominciamo la nostra festa con un piatto fresco e profumato.
Ora le giornate si allungano e le delizie dell'orto diventano sempre più saporite, nuovi prodotti riappaiono nei mercati...
L'insalata di orzo ci rende felici e ci permette di godere del piacere della tavola anche con i climi più caldi.
Insalata di orzo al pesto su fondo di pomodoro fresco

Prendete dell'ottimo orzo perlato, lavatelo e tostatelo per evitare la rottura del chicco quando lo lesserete in acqua bollente.
Scolatelo al dente e lasciatelo raffreddare.
Preparate un classico pesto alla genovese di cui daremo la ricetta prossimamente (se preferite una versione più leggera di quello tradizionale, potete mettere meno aglio e solo parmigiano) e condite l'orzo.

Per il fondo di pomodoro su cui adagiare il tutto, procedete come segue:
frullate dei pomodori maturi crudi e passate al colino e legate con poca colla di pesce fatta sciogliere nella salsa scaldata. Fate addensare in frigo e frullate prima di utilizzarlo.

Componete il piatto e strafogatevi con noi!!!

martedì 2 aprile 2013

SIAMO ANCORA CON VOI!!!

Non siamo scomparsi!!!

Stiamo lavorando a tante nuove golosità ed una grande festa sta per iniziare...

mercoledì 13 marzo 2013

CROCCHETTA DI BACCALA' e PATATE

Crocchetta di Baccalà e Patate
su crema di patate
Baccalà. Una volta pasto dei poveri, ha ritrovato un posto d'onore sulle nostre tavole. Quello che meritava, a mio parere, ma io sono di parte, dato che, da sempre,  ne sono una consumatrice insaziabile...
Proprio per chi, invece, non lo ama, il nostro Cuoco ha pensato di proporlo in una preparazione che farà gioire anche i nasi ed i palati più sensibili: croccante e morbido al contempo.

Prendiamo un filetto di baccalà dissalato e spellato. Tritiamolo nel mixer con una patata bollita e scorza di limone.
Facciamone delle polpette, passiamole prima nell'uovo sbattuto, quindi nella farina di mais.
Friggiamole nel burro chiarificato fino a doratura ideale e poniamole nel forno a 200° per 2 o 3 minuti per cuocerle a puntino.

Ed ora, se siamo stoicamente riusciti a non divorarle tutte, prepariamo i piatti con la polpetta su una fetta di patata arrosto, adagiata su  una crema di patate aromatizzata all'arancia.

Passerina Brut
Velenosi
Abbiamo accompagnato il tutto con una briosa Passerina Brut, metodo charmat dell'azienda Velenosi, che ha saputo esaltare al meglio i profumi e tutte le qualità di questo vitigno tipico della zona del Piceno.
Fresca ed elegante, fine e fragrante, con profumi di agrumi e fiori bianchi.
Perfetta con le crocchette di baccalà, ma ideale per tutti i nostri aperitivi estivi.

UNA VERA FESTA!!!